Ormai lo conoscono tutti come “L’ambasciatore del sorriso”. È un soprannome che, come lui stesso racconta, «mi diede tempo fa una giornalista e, da quel momento, mi chiamano così. E anche sui miei profili social c’è questo simpatico appellativo». Lui, nella vita di tutti i giorni, si chiama Andrea Caschetto. È nato a Ragusa 31 anni fa ed è, come si autodefinisce, un «diversamente scrittore, perché non ho la pazienza di rileggere tutti i testi che scrivo e che vorrei pubblicare».

Andrea Caschetto4Andrea in uno dei suoi viaggi in Africa

In realtà Andrea è un globetrotter, un giramondo come si direbbe in italiano. Viaggia in Paesi lontani, pieni di problemi, con un obiettivo tanto semplice, quanto straordinario: compiere attività umanitarie a favore dei bambini orfani o che vivono in strada. Storie difficili, sfide proibitive da affrontare e da superare per questi piccoli. Un qualcosa che il nostro “ambasciatore” conosce bene, ma che per capire meglio deve farci compiere un salto indietro.

La scoperta della malattia

Andrea è un adolescente. Va a scuola come tutti i suoi coetanei, è pieno di vita e di voglia di fare. Gioca a calcio e, a quanto racconta, «me la cavavo anche bene, tant’è che spesso il mio allenatore mi prendeva anche un po’ in giro». Poi ogni tanto un malessere, nausea, giramenti di testa, sempre per lo stesso motivo: un cattivo odore che percepiva e che, di conseguenza, gli generava strane sensazioni. Inizialmente c’è un po’ di diffidenza generale: «Quando mi trovavo a parlarne, gli altri pensavano stessi scherzando – spiega – perché era un problema che avvertivo solo io. Se poi stavo male, mi rispondevano che erano scuse per non studiare o, se stavo giocando a calcio, per farmi sostituire perché ero stanco». Dopo una serie di tentativi medici andati a vuoto, alcuni accertamenti più accurati danno la risposta a tutto. Non era la poca voglia di studiare, né la stanchezza del pallone. Andrea sentiva cattivi odori perché aveva un tumorebenigno, al cervello. La massa invadeva la zona olfattiva, questa la spiegazione per i malesseri.

Andrea Caschetto2Andrea durante uno dei controlli in ospedale

Operato d’urgenza, e trattandosi di una forma non maligna, Andrea evita radio e chemioterapiama per diversi anni deve assumere farmaci antiepilettici. Proprio il fatto di seguire questa terapia gli impedisce, in occasione del suo 18esimo compleanno, di poter compiere un gesto che desiderava da tempo: donare il sangue. «Rimasi molto deluso perché ho sempre avuto il pensiero di poter fare qualcosa per gli altri. Conoscevo l’AVIS fin da piccolo perché i volontari venivano nella mia scuola a spiegare cosa faceva l’associazione e perché la donazione era così importante – racconta – Mi ritengo molto fortunato perché il modo in cui ho affrontato questa esperienza, seppur involontario, mi ha aiutato a superarla. Oggi ho ancora difficoltà di memoria, ma ricordo perfettamente quanto io all’epoca avessi sottovalutato la malattia. Addirittura ero convinto che il giorno stesso dell’intervento sarei potuto tornare a casa. Nonostante questo ho potuto continuare a fare la mia vita e ciò di cui amo occuparmi, quindi sono felice».
 

Il quadro clinico e l’ok per la prima donazione

Andrea Caschetto6Il momento della prima donazione

Ma la voglia di dedicarsi al prossimo è troppo forte e così arriviamo alla data di sabato 17 aprile 2021Andrea, da ormai cinque anni, non assume più farmaci antiepilettici, non ha avuto crisi di alcun genere e, dopo gli esami del sangue di rito, è stato considerato idoneo e ha potuto effettuare la sua prima donazione di sangue: «È stata una giornata straordinaria – spiega emozionato – e ringrazio tutto il personale dell’Avis Comunale di Scicli per essermi stato accanto lungo questo percorso. Tra un mese donerò anche il plasma. Sapere che la mia storia non mi impedisce di compiere questo gesto è la gioia più grande che potesse capitarmi». Tanto grande che il giorno successivo, domenica 18, Andrea si è voluto anche registrare all’Admo come donatore di midollo osseo.

Andrea Caschetto3Andrea insieme al personale dell’Avis Comunale di Scicli

A livello clinico è lo stesso direttore sanitario dell’Avis Comunale di Scicli, il dottor Giovanni Bonvento, a confermare la situazione: «Andrea ha avuto un neuroepitelioma, un tumore benigno al cervello, che non ha richiesto né chemio e né radio. In caso di forma maligna il discorso donazione non sarebbe stato preso in considerazione, nonostante ve ne siano alcune che danno comunque questa possibilità. Si tratta di forme alla cervice uterina o di tumori cutanei come il basalioma, che sono circoscritti e non richiedono le terapie canoniche». Una condizione che, quindi, non genera controindicazioni nemmeno per la donazione di midollo: «Andrea è assolutamente idoneo come qualsiasi altro donatore, altrimenti non saremmo qui a parlare di tutto questo – conclude – Farà ogni tanto delle visite di controllo come può fare chiunque, ma nulla di più».

Il futuro dell’Ambasciatore del sorriso

Andrea Caschetto5Andrea durante il suo intervento alle Nazioni Unite

Noi lo abbiamo definito globetrotter, ma come va di moda dire oggi, Andrea è un vero e proprio influencer. I suoi profili Facebook e Instagram sono seguitissimi. Persone di tutte le età commentano le sue missioni umanitarie in giro per il mondo. Un seguito che lo ha portato anche, il 20 marzo 2016, in occasione della Giornata internazionale della felicità, a parlare alle Nazioni Unite. A New York, nel “Palazzo di vetro”: «Fu in quella occasione che mi venne dato il soprannome di ambasciatore del sorriso – conclude – È stata un’esperienza incredibile, anche se per me il fatto di mettermi a disposizione degli altri è un qualcosa di normale, di naturale». 

E nel futuro cosa c’è? «Mi piacerebbe realizzare un programma in tv per i bambini». Per portare il sorriso anche lì.

(Fonte: Sito Avis Nazionale)