Si sono svolti stamane i funerali di Vittorio Schininà 85 anni, pilastro principe dell’Avis di Ragusa, nella Chiesa Annunziata di Ragusa strapiena di amici e facenti parte della famiglia Avis Iblea, con la quale e per la quale Vittorio ha contribuito a formare ed educare al dono del sangue a partire dalla propria comunità locale fino ai livelli nazionali e oltre. Con Vittorio se ne va un amico, un collega, una persona perbene un papà meraviglioso che ha saputo conciliare, nonostante le avversità della vita come la prematura morte del figlio Gianluca che gli ha segnato in maniera indelebile la vita, Vittorio ha avuto la forza di rialzarsi sempre e con maggiore vitalità, sposando con ardore un progetto nato dal nulla, come quello dell’Avis finalizzato al bene comune dei fratelli sofferenti.
I primi a sognare questa realtà avisina erano pochi ma tutti al posto giusto al momento giusto. La storia poi ci ha consegnato un personaggio forte e determinato che sognava quello che allora sembrava impossibile. Ma lui ha creduto nell’impresa di creare una eccellenza in relazione di aiuto, alla fine è riuscito nel suo progetto. Fino all’ultimo egli ha creduto nei valori dell’Avis, partecipando alla 54 esima Assemblea di Avis Regionale a Siracusa. Vittorio continuava a sognare di migliorare le dinamiche dell’Avis a tutti i livelli perché ci credeva, non potendolo fare con le parole e l’energia di tanti anni fa, a lui bastava essere presente perché sapeva che i suoi interlocutori avevano quantomeno rispetto del suo passato.
Oggi, alla mia veneranda età, sono veramente felice di avere speso la mia unica vita al servizio della famiglia naturale e della famiglia Avis. Riporto un pensiero di Vittorio tratto dall’ultima intervista rilasciata per il giornale AvisIblea: “Da un po’ tempo ho qualche problema agli occhi e probabilmente non vedrò il cambiamento delle cose, ma il mio pensiero vola alto verso un’Avis più grande, efficiente e solidale. Sempre più moderna, sempre più vicina alla gente che soffre”. Prima del commiato della Celebrazione Eucaristica il Presidente Avis Comunale di Ragusa Dott. Paolo Roccuzzo ringraziando i parenti per avergli concesso un breve intervento ha detto: Vittorio è stato per l’Avis un punto di riferimento provinciale ed anche regionale, lo dimostra anche l’ultima assemblea regionale a Siracusa, 10 giorni fa, in cui era una continua processione di dirigenti provenienti da tutta la Sicilia, per salutarlo. Vittorio è un padre fondatore dell’Avis a Ragusa ma anche dell’Avis in provincia, un pilastro fondamentale che regge ancora adesso, un edificio forte e bello. Quando incontro gli studenti nelle scuole parlo del patrimonio sul quale potevano contare, nel 1978, i soci fondatori, che hanno fatto nascere l’Avis. Un patrimonio costituito da entusiasmo, determinazione e speranza. Di questi valori, di questi principi Vittorio è stato un grande interprete.
Vittorio ha avuto la capacità di contagiare con il suo entusiasmo, migliaia e migliaia di persone, amici conoscenti gente che incontrava casualmente, chiunque si trovasse sotto tiro, è stato il maggiore diffusore e coinvolgitore, capace di rendere emotivamente partecipi persone nel sentimento della generosità e della solidarietà. Il suo linguaggio semplice, spontaneo, il suo prorompente entusiasmo facevano crollare anche la resistenza delle persone più titubanti. Ecco come si può passare dal sogno alla realtà, con l’entusiasmo con la determinazione e con la speranza che hanno animato Vittorio, ci lascia un’eredità che abbiamo il dovere di custodire e se ne siamo capaci di arricchire, Vittorio ha contribuito a creare quello che io chiamo il più grande patrimonio morale della città di Ragusa, la nostra associazione, la nostra Avis. Grazie Vittorio per tutto questo, grazie per la tua dedizione, per il tuo amore e per la tua passione, la famiglia Avis fatta da decina di migliaia di persone ti esprime la più sincera gratitudine.
Ciao Vittorio, sono certo che lassù, col tuo adorato Gianluca e la tua amata Lina tra le tante cose che avrete da dirvi ci sarà un pensiero anche per la nostra Avis”.
(Fonte: Sito L’Opinione – Articolo di Giuseppe Suffanti)