Un ruolo scomodo quello del volontariato, un ruolo di frontiera, che non si limita a denunciare scandali e ingiustizie, ma propone e pratica azioni per rigenerare il deteriorato sentimento di comunità. Sarà questo il racconto che il Festival Italiano del Volontariato proporrà al Paese dall’11 al 13 maggio.
L’evento di riferimento per il mondo della solidarietà in Italia torna a Lucca e arriva alla sua ottava edizione scendendo per la prima volta in piazza, dopo aver coinvolto dal 2011 110.000 persone nei convegni e nelle iniziative di animazione.
“Sarà Piazza Napoleone, la piazza centrale della città di Lucca -racconta il presidente del Centro Nazionale per il volontariato Edoardo Patriarca– a rappresentare il simbolico luogo di incontro fra il volontariato e la cittadinanza. Per la prima volta l’evento si svolgerà fuori dagli edifici, per sottolineare e ribadire la voglia di essere in mezzo alla società, di abitare la dimensione pubblica del nostro tempo”.
Il titolo del Festival del Volontariato 2018 è “Mettiamoci scomodi” (l’hashtag per i social #scomodi, insieme a #fdv2018). “Vogliamo riscoprire e rilanciare -aggiunge Patriarca- il ruolo scomodo del volontariato. Scomodo perché opera in prima linea, rispondendo ai bisogni sociali trascurati dallo Stato e dimenticati dalla società. Ma scomodo anche perché mette a nudo le contraddizioni del nostro tempo e chiama le istituzioni pubbliche e i cittadini a prendersi nuove e più forti responsabilità”.
“Vogliamo andare -aggiunge Patriarca- oltre il rancore e oltre la rassegnazione, due sentimenti troppo diffusi che offuscano invece i valori e le pratiche antiche del volontariato capaci di riconnettere le persone all’idea di comunità”.
Fra i temi che verranno affrontati al Festival del Volontariato c’è la cura dei “dimenticati”, in particolare dei giovani. Ad essere raccontate saranno le storie di chi non si rassegna e porta il recupero e la cura nelle frontiere più invisibili del nostro Paese: dai minori migranti non accompagnati -con il crescente e fondamentale ruolo dei tutori volontari-, al recupero delle vittime di tratta, dalle frontiere più invisibili del disagio psichico alle forme di povertà educativa che minano il futuro dei bambini. Ma il Festival andrà oltre la denuncia, mettendo in piazza la cultura della solidarietà, del dono e dell’inclusione, chiamando le amministrazioni pubbliche a tutti i livelli a svolgere un ruolo più concreto, incisivo e responsabile per rispondere più efficacemente ai tanti scandali dimenticati del nostro tempo.
“Come ogni anno -conclude Patriarca- il Festival del Volontariato è un cantiere aperto alle associazioni e a coloro che vogliono partecipare e dare il proprio contributo per far crescere un evento che rappresenta un patrimonio di idee positive e costruttive per tutto il Paese”.
Fonte (anche per informazioni e contatti festivalvolontariato.