Non c’è farmaco che possa sostituire il dono: quello del bene più prezioso, il sangue che – idealmente con il principio dei vasi comunicanti – passa dalle vene di un donatore a quelle di un talassemico. “Senza la generosità dei donatori non ci sarebbe scampo per nessuno di noi, non avremmo una vita come quella che abbiamo, non potremmo studiare, viaggiare, lavorare, sposarci, diventare genitori e invecchiare”, scrive Serena Carta, fotografa, che al dono ha dedicato il libro reportage “Gift, vasi comunicanti”. Serena ha 43 anni, è di Olbia ed è talassemica. Nata nel 1978, fa già parte di una generazione fortunata, fino ai primi anni Settanta la diagnosi di talassemia era una condanna a morte. Oggi le persone come Serena e le altre ritratte nel volume, lo scrittore Flavio Soriga, l’insegnante di hip hop Monica, il macellaio Franco, conducono quella che si definisce una vita normale. È migliorata la conoscenza della malattia, sono migliorare la terapie ma è ancora il dono il requisito imprescindibile per un talassemico.
E “Gift”, un reportage scattato nel Centro trasfusionale di Olbia, arricchito da alcuni ritratti degli eroi quotidiani che regalano il proprio sangue, è un omaggio al dono. Il volume, curato da Marco Navone, e con testi di Eugenia Tognotti, Maria Grazia Sanna e Marcello Fois, nasce da una mostra fotografica allestita nel festival popolare della fotografia nel 2013. L’idea di trasformarla in libro ha come “sponsor” anche maestri del fotoreportage come Francesco Cito e Mauro Galligani che hanno avuto modo di apprezzarla durante l’evento. Ma non è solo una questione di (belle) immagini. Gift è un libro fotografico, un inno al dono, ma anche un progetto sociale. Ogni foto del viaggio del sangue è accompagnata dalle informazioni essenziali: dove si può donare, chi può farlo e perché è necessario.
Uno “sguardo da dentro” possibile grazie alla collaborazione con il Centro trasfusionale di Olbia che, ancora pochi giorni fa, ha rinnovato l’appello alla donazione. In epoca di pandemia sono drasticamente crollate, un po’ per le complicazioni e i timori di avvicinarsi alle strutture sanitarie, un po’ per l’impossibilità di organizzare le campagne itineranti. Ma il bisogno di sangue purtroppo non si ferma mai.
Parlano da soli i numeri messi nero su bianco nelle pagine del libro: in Italia ci sono settemila pazienti talassemici, 1500 solo in Sardegna, una delle terre più colpite dal morbo. Ciascuno di questi pazienti ha bisogno in media di 50 sacche di globuli rossi concentrati ogni anno e di donazioni ogni due o tre settimane. Per ogni paziente talassemico occorrono almeno dodici persone che ogni tre mesi donino il sangue per lui. “Sono un medico un po’ speciale, ho la talassemia. Sono un paziente un po’ speciale, ho la laurea in medicina”, inizia così la testimonianza di Maria Grazia Sanna, medico del Centro trasfusionale. A 18 anni ha deciso di iscriversi in medicina, malgrado le venisse sconsigliato in quanto paziente. Poi la laurea e un percorso già tracciato nella testa, tesi sulla talassemia, specializzazione in Ematologia, lavoro nei Centri trasfusionali. “Da quando ho iniziato a lavorare ho pensato a come potevo ringraziare tutti coloro che mi permettono di vivere ma anche di svolgere il mio lavoro con passione e dedizione, – racconta – e per questo ho deciso di dedicare parte del mio lavoro proprio ai donatori nei diversi centri trasfusionali in cui ho prestato servizio cercando di accoglierli con gentilezza e gratitudine. Il mio impegno – conclude – sarà quello di stare vicino ai donatori e ringraziarli per il loro gesto di donare vita”.
Lo stesso ringraziamento che è il senso profondo del libro. “Ho voluto ringraziare attraverso la fotografia chi ogni giorno aiuta me e altri pazienti bisognosi a vivere una vita normale”, scrive l’autrice: “I donatori in primis, quelli pluripremiati e quelli che si avvicinano alla loro prima donazione con coraggio ed altruismo”. Ma anche chi ogni giorno fa in modo di far arrivare quel dono prezioso a destinazione. “Un grazie immenso va a tutti i volontari, gli infermieri, i medici, gli assistenti, i tecnici di laboratorio e a tutti coloro che rendono la nostra vita una vita normale, anzi speciale e che, giorno dopo giorno, val la pena vivere”.
L’ultima foto del reportage è quella di Serena Carta ritratta davanti al faro, simbolo di Olbia. Una didascalia essenziale: “Serena, mani che fotografano. Oggi la talassemia è una malattia a prognosi aperta”.
(Fonte: Sito Donatori H24)