? Facciamo chiarezza sul tema DONNE-PLASMA IPERIMMUNE

▶ Le donne in #gravidanza hanno un meraviglioso meccanismo di #anticorpi che si sviluppano dopo la fecondazione e durante la crescita fetale.

? Questi anticorpi, presenti subito dopo il concepimento e che persistono dopo il parto, impediscono che il plasma delle donne possa venire trasfuso direttamente senza provocare #gravi #reazioni nei #riceventi. Il plasma donato dalle nostre fantastiche #donatrici, invece, viene lavorato ed inviato per la produzione di farmaci e purificato, non dà questo effetto collaterale.

⚠ Il Plasma Iperimmune, che invece viene trasfuso direttamente, potrebbe creare delle gravi reazioni immunitarie, anche fatali, nei pazienti.

Il commento del nostro Medico Selezionatore Giovanni Bonvento:

“Il plasma delle donne, poiché non è possibile sapere quali donne abbiano avuto una gravidanza e quali no, non viene mai trasfuso direttamente fresco ma inviato all’industria farmaceutica per la produzione di importantissimi farmaci salvavita, fra cui concentrati di immunoglobuline (anticorpi).

Durante una gravidanza, infatti, il contatto fra sangue materno e sangue fetale che si verifica in occasione del parto e anche a seguito di un aborto fa sì che rimangano nel sangue della madre anticorpi anti-antigeni fetali, capaci di generare potenti reazioni avverse qualora trasfusi direttamente in un altro organismo.

Il plasma degli uomini, statisticamente donato comunque in misura minore rispetto a quello delle donne, viene invece in molti casi utilizzato per trasfusioni dirette. Se siete uomini e positivi al sierologico (a tampone negativo) potete donare plasma iperimmune che verrà usato per essere trasfuso nei pazienti covid+.

Se siete donne e positive al sierologico, invece, dovreste comunque donare plasma poiché il vostro dono, sebbene non utilizzato nell’immediato, verrà stoccato e inviato all’industria per la produzione di numerosi farmaci fra i quali alcuni concentrati sperimentali di anticorpi anti Sars-CoV-2, attualmente in fase di studio. “

(A cura di Caterina Lutri)